Comune di Istrana (TV)

″Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.″;

Istrana è un comune italiano di 8.223 abitanti della provincia di Treviso in Veneto. Istrana è conosciuta per il suo aeroporto militare sede del 51° Stormo dell'Aeronautica Militare, dove è ubicata, peraltro, la stazione meteorologica di Treviso.
Il 21 novembre 1981 la sua pista ha ospitato una gara tra Gilles Villeneuve, alla guida della Ferrari 126 Ck, e Daniele Martinelli al comando di un F104S.
Cenni Storici:
L’origine del nome di Istrana è affidato a varie congetture. La più attendibile sembra essere quella derivata da un agro locale di centuriazione romana che sarebbe stato sancito con la denominazione di Charta Histriana.Notevoli e ricorrenti, infatti, i richiami all’esistenza romana e preromana da queste parti, con cospicui ritrovamenti.I reperti più antichi, molto numerosi, risalgono ai periodi preromano e romano. Una delle tracce più evidenti, a proposito, è la via Postumia, realizzata nel 147 a.C. dal console Spurio Postumio Albino Magno e che tuttora rappresenta un'importante arteria stradale che scorre in linea retta a nord di Sala.I primi riferimenti toponomastici, comunque, compaiono a partire dal X secolo: Pezzan e Sala sono citate nel 996, Ospedaletto nel 997, Villanova nel 1014; Istrana, poi, è ricordata ancora più tardivamente (bolla Justis fratrum del 1152) tra le pievi della diocesi di Treviso. Con la conquista della Serenissima, il territorio fu al centro degli interessi del patriziato veneziano che incentivò l'agricoltura ma anche l'arte locale (si ricordano alcune ville venete e le ricostruzioni di edifici sacri).
Durante la prima guerra mondiale Istrana si trovò nelle retrovie del fronte del Piave e ospitò un'infermeria, mentre a Sala venne aperto un aeroporto legato all'eroe Francesco Baracca.
Anche durante la seconda guerra mondiale soffrì bombardamenti e rappresaglie vista la sua posizione strategica

Vai al sito del Comune di Istrana

Associazione, Nazionale, Carabinieri, Istrana, Morgano, A.N.C., Risorgimento, Repubblica, 150°, anniversario Unità, Italia, Virgo, Fidelis

X

Comune di Morgano (TV)

″Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.″;

Morgano è un comune italiano di 4.245 abitanti della provincia di Treviso, in Veneto. Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Badoere.
La struttura urbanistica è impostata su via San Martino (già via Bigolo e via Morgano) e sul corso del fiume Sile.
Cenni Storici:
Il territorio conserva tracce di presenza umana riferibili ad insediamenti di epoca preistorica. L'insediamento dell'attuale Morgano ebbe tuttavia origine forse in epoca romana, tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I d.C., quando l'intera zona fu centuriata.Le prime notizie di Morgano si riferiscono all'esistenza di una chiesa dedicata a san Martino di Tours, che fu forse fondata intorno al IX secolo dai Franchi e che alla fine del XII doveva già essere un centro di culto importante. Morgano è una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra il XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260. Fu feudo della famiglia comitale che ne assunse il nome: i conti Da Morgano ebbero un ruolo rilevante nella vita politica trevigiana, fino a quando non caddero in disgrazia, avendo complottato per consegnare Treviso a Cangrande della Scala, nel 1318.
Con l'annessione al governo della Serenissima il territorio fu suddiviso fra grandi proprietà terriere, gestite dai membri di poche nobili famiglie veneziane: i Basadonna, i Badoer, i Marcello. Il primo castello di Morgano era stato incendiato e distrutto nel 1234, nel corso di una guerra tra padovani e trevigiani; più tardi, nel 1405, fu costruito un secondo fortilizio a Settimo, lungo il Sile, voluto dai Veneziani come protezione contro gli attacchi carraresi. La popolazione condivise il destino degli abitanti l'entroterra veneto e godette di una certa prosperità, perché la presenza delle acque (il Sile, lo Zero, il Rio) garantì la pesca e le attività legate all'industria molitoria.

Vai al sito del Comune di Morgano

Associazione, Nazionale, Carabinieri, Istrana, Morgano, A.N.C., Risorgimento, Repubblica, 150°, anniversario Unità, Italia, Virgo, Fidelis

X

Duecento anni dopo

“Dalle esigenze di difesa e di ordine pubblico alle missioni di peacekeeping all’estero ”

Vittorio Emanuele,I° Re di Sardegna, che ha costituito il corpo dei carabinieri Reali Duecento anni fa un modesto sovrano di un modesto stato dell’Europa meridionale riprendeva pieno possesso di tutte le proprie terre. Un re che del suo tempo aveva ereditato, con il regno, le tradizioni, la cultura e il pensiero politico, non le prospettive ideali e sociali; in questo, però, con uguale miopia di più altolo- cati e potenti “cugini” reali. Ma era, tutto sommato, un brav’uomo ancorato si a retrivi principi dinastici e assolutisti, però a suo modo equilibrato, paternamente premuroso verso i sudditi e, soprattutto, ben consigliato da personaggi di spicco per rango, esperienza e intelligente lungimiranza pur se “viziati” da uguale impostazione mentale. Peraltro le popolazioni contadine, socialmente arretratee in larga maggioranza analfabete, percepivano con insofferente sospetto il vento delle nuove idee perché identificavano la libertà nella normalità e lo Stato nel legittimo sovrano. Solo pochi esponenti delle élites culturali e informate sentivano il disagio e l’oppressione che quel paternalismo comportava. Noi oggi li chiamiamo patrioti e ne onoriamo la memoria ma, a quel tempo, erano considerati generalmente dei sovversivi pericolosi.

Dare stabilità al rinnovato regno sardo-piemontese

Questo il clima e l’ambiente che il 20 maggio 1814 accolsero con festose acclamazioni il ritorno a Torino di Vittorio Emanuele I Re di Sardegna , che riprendeva possesso delle sue terre continentali (Savoia, Nizzardo, Piemonte e poco dopo anche la Liguria) dopo l’esilio sull’isola cui l’aveva costretto Napoleone per più di tre lustri. Un premio che il Congresso di Vienna accordava al sovrano sabaudo per la sua fedeltà alla causa antifrancese: un premio assicurato e... minacciato dalle baionette austriache del feldmaresciallo principe di Schwarzenberg. Manzoniano "vaso di coccio tra vasi di ferro ", il ricostituito regno sardo-piemontese doveva subito fornire prova di stabilità e affidabilità, pena il protettorato diretto da parte dell’incombente Impero asburgico. Tale pressante esigenza comportava due la garanzia di due certezze: l’indiscussa autorità del re e il controllo stringente dell’ordine e della sicurezza pubblica. Obiettivi conseguibili solo con un apparato statale efficiente e una polizia professionale e assolutamente fedele. Vittorio Emanuele porrà immediatamente mano a queste incombenze cercando, qui appunto ben consigliato, di conciliare le regole rigide dell’"antico" con l’esperienza maturata nel "nuovo". Ossia ristabilirà organi e leggi precedenti l’occupazione francese, utilizzando tuttavia anche uomini e strutture che in quella avevano dimostrato competenza ed efficacia. Così il 13 luglio 1814 ebbe vita il Corpo dei Carabinieri Reali, che si volle legato strettamente alla dinastia e alle Istituzioni monarchiche ma con struttura e personale già sperimentati nell’Impero napoleonico. Fu una brillante intuizione tutt’oggi in pieno successo. E vediamone brevemente il motivo. Per prima cosa il nuovo Corpo doveva essere militare perché il tipo di disciplina e di addestramento ne avrebbero migliorato la professionalità e, soprattutto, il Giuramento ne avrebbe maggiormente vincolato gli appartenenti allo Stato e alla monarchia. Inoltre doveva occupare il primo posto per rango nell’esercito (Armata Sarda) per rafforzarne il prestigio, garantendone l’attenta selezione e per questo inorgoglire gli animi e cementare lo spirito di corpo. Poi la duplicità di funzioni : difesa della nazione in guerra; tutela dei cittadini, della legge e dell’ordine in quanto organismo in servizio permanente di polizia, ne garantiva il livello scolare, la capacità operativa e la duttilità d’impiego. Infine l’ordinamento territoriale , mutuato dalla Gendarmeria francese, lo avrebbe posto a stretto contatto con le popolazioni fin nei centri più lontani del regno per assicurare ordine, tranquillità, rispetto della legge, controllo sociale e politico. Infine il rapporto diretto col sovrano tramite il Comandante Generale e la tutela della sua persona e di quelle della famiglia reale, assolveva quella funzione dinastica indispensabile per la sicurezza dello Stato. Una formula vincente " tutto tondo ". Ora l’Arma non è più al primo posto nell’esercito perché essa stessa ha rango di Forza Armata e tutte le altre attribuzioni e prerogative, così come le funzioni, sono rimaste immutate.

Difesa dello Stato in legittimità e legalità

Tra i massimi protagonisti del Risorgimento, soprattutto nel fronte interno dove hanno fatto da tessuto connettivo nazionale, i Carabinieri sono stati e sono un baluardo a difesa dello Stato, secondo quei con- cetti di legittimità e di legalità che ne hanno anche mantenuto il privilegio della tutela del suo Capo al di là e nell’ambito dei mutamenti istituzionali. Certo quel re "codino" ma saggio e i suoi accortissimi consiglieri non avevano contezza di quanta lungimiranza ci fosse nel modello di sicurezza che avevano progettato, ma hanno lavorato bene, molto bene e quel modello é stimolo ed esempio oggi per altri Stati e motivo comunque dell’ammirazione in- ternazionale. Ammirazione per l’Arma, ammirazione per l’Italia. Questa è la ricchezza tramandata dai nostri due secoli di storia , che ci accingiamo a celebrare con diverse iniziative in via di organizzazione e per le quali speriamo in un solidale e affettuoso sostegno da parte degli amici dell’Arma che già ci hanno dimostrato più volte la loro concreta vicinanza.

″Notizia tratta da: novembre - dicembre 2013 le Fiamme d’Argento articolo di Nicolò Mirenna N″;

Associazione, Nazionale, Carabinieri, Istrana, Morgano, A.N.C., Risorgimento, Repubblica, 150°, anniversario Unità, Italia, Virgo, Fidelis,